L’attività fisica è fondamentale per il miglioramento della nostra vita sociale, fisica e psicologica.
Quindi è di imprescindibile importanza una corretta attività sportiva nell’arco della nostra vita.
Una giusta attività fisica vuol dire anche un costante monitoraggio sulla salute psico-fisica individuale, per prevenzione ma anche per riabilitare l’atleta al ritorno ottimale al proprio sport. E’ dunque fondamentale, da parte del podologo, lo studio della biomeccanica funzionale dell’atleta al fine di conservare un idoneo equilibrio del corpo.
Per ottimizzare l’idonea scelta da parte di uno sportivo della propria calzatura è necessaria la consulenza del podologo sportivo.
La figura del podologo sportivo all’interno di un’equipe medica sportiva aiuterà a definire le misure preventive-curative necessarie, attraverso uno studio biomeccanico del gesto coinvolto (salto,corsa, passo di danza etc) consiglierà la scelta della scarpa, l’applicazione di procedure riabilitative o la preparazione di ortesi su misura.
Il Podologo sportivo deve seguire l’atleta durante tutta la sua attività. Ovvero nel pre-gara al fine di prevenire problemi statici o dinamici effettuando delle correzioni sulle patologie appurate già nell’allenamento.
Durante la gara per intervenire su patologie cutanee a rapida insorgenza. Dopo la competizione per risolvere eventuali patologie insorte durante la gara.
Il piede è spesso trascurato, quando invece è fondamentale in ogni disciplina sportiva. Il piede dello sportivo, oltre al maggior carico di lavoro al quale è costretto, deve sopportare sollecitazioni superiori alla norma, ad esempio: brusche accelerazioni, improvvisi arresti, ripetuti slittamenti, violente ricadute, cambi di direzioni. Per questi, e tanti altri motivi, è un dovere da parte del podologo la ricerca di dare al piede il giusto appoggio, che permetterà una migliore distribuzione dei carichi e trasmetterà al resto del corpo impulsi positivi. Questi interventi sono solo alcuni ai quali il podologo sportivo dovrà prestare attenzione al fine di interagire nel miglior dei modi con l’equipe medico sportiva per il benessere dell’atleta.
La tecnica diagnostica in podologia segue le classiche manovre ed i tempi della semeiotica e metodologia della medicina. A tal proposito si basa nel valutare i segni, ovvero ciò che obiettivamente è visibile, ed i sintomi, quindi i disturbi riferiti dall’esaminato, al fine di estrapolare un parere sullo stato di salute.
La visita si può dividere in due momenti imprescindibili tra loro: l’ esame clinico – biomeccanico e l’analisi strumentale del piede.
Dobbiamo considerare il piede, non come un elemento a sé, ma all’interno di una unità ben più articolata includendo l’arto inferiore e il cingolo pelvico.
L’atleta sarà sottoposto, in un primo momento, ad una attenta anamnesi costituita da precise domande da parte dell’operatore. L’anamnesi consiste nell’interrogare il paziente al fine di fare un primo quadro della condizione psico-sociale.
Dopo una scheda anagrafica del paziente, è importante sapere:
- tipo di sport praticato
- frequenza (giornaliera o settimanale)
- ruolo svolto nel determinato sport
- tipologia di calzatura usata
- tipologia di terreno di gioco
Bisognerà indagare su precedenti infortuni e se è mai stato sottoposto ad una visita ed eventuale
terapia podologica. Un’anamnesi a livello familiare ci permetterà di scoprire o scartare patologie congenite.
Il punto fondamentale quindi sarà quello di integrare alla classica anamnesi, una anamnesi sportiva.
Compilata una scheda sull’anamnesi si procederà con un esame clinico – obiettivo del paziente.
Si inizierà con una ispezione e palpazione del piede, quindi una valutazione della temperatura comparandola sempre con entrambi gli arti.
Importante e allo stesso tempo sottovalutata dagli sportivi, come vedremo più avanti, è la valutazione della cute e dei suoi annessi. Una buona esplorazione neurologica ci permetterà di scartare o di rilevare patologie a carico dei nervi. Quindi andremo a valutarne i riflessi rotuleo, quello achilleo e quelli superficiali. Bisognerà considerare la presenza o meno di fattori intrinseci ed estrinseci. Come fattori intrinseci prenderemo in considerazione le dismetrie degli arti inferiori, particolari squilibri o scompensi muscolari.
Anomalie nella locomozione come per esempio una iperpronazione o un accentuato cavismo dell’arco plantare che possono essere la causa di tendinopatia achillea o tibiale posteriore.
I fattori estrinseci da esaminare saranno le condizioni del terreno nel quale l’atleta svolge l’attività, le calzature indossate, le condizioni ambientali ed anche errori di allenamento prima e dopo la gara.
Esame strumentale
Nell’esame podologico sportivo è di imprescindibile importanza l’ausilio di strumenti atti ad aiutare e completare una buona analisi clinica. L’utilizzo di una macchina fotografica ci permetterà di archiviare tutte le immagini dell’atleta, le fotografie delle sue scarpe saranno importanti al fine di confrontare i cambiamenti nel tempo.
Gli strumenti usati sono:
La pedana baropodometrica ed esame biomeccanico del gesto sportivo
La pedana è uno strumento che registra una forza, una superficie ed un tempo di appoggio. Questa strumentazione è utilizzata nella misura delle pressioni plantari sia in statica che in dinamica.
Il sistema è composto da una piattaforma baro-sensibile, un programma di acquisizione dati, un computer e una o più telecamere video di supporto. La piattaforma è portatile, quindi l’esame viene effettuato direttamente sul campo di azione dello sportivo.
L’utilizzo di una videocamera ci consentirà di poter studiare la biomeccanica del gesto sportivo in modo dettagliato grazie alla possibilità di replay dell’immagine. La ripresa dell’atleta in video dovrà essere effettuata frontalmente, posteriormente e lateralmente durante l’attività sportiva.
La registrazione ci permetterà lo studio di eventuali instabilità, spostamenti anomali, in particolar modo degli
arti inferiori, la simmetria e le varie compensazioni del corpo.
Poiché verrà registrato sarà possibile confrontarlo nel tempo con altre registrazioni future. Sarà fondamentale formare una cartella clinica dell’atleta che sarà di volta in volta aggiornata e confrontata con le precedenti.